"La Cultura del Recupero".
Il recupero degli animali deceduti per varia natura, che altrimenti sarebbero andati persi e con loro tutte le informazioni utili al patrimonio conoscitivo, avviene anche attraverso la collaborazione con le Riserve, gli Enti Parco ed i Centri di Recupero della Fauna Selvatica.
I reperti che giungono in laboratorio, vengono in precedenza sottoposti ad un attento controllo da parte del Servizio Veterinario della USL, o da parte del personale veterinario competente dell’Ente, al fine di certificare che gli stessi possono essere trattati, successivamente vengono inventariati attraverso un protocollo ufficiale e mantenuti in appositi congelatori, in attesa di inserirli nel processo di tassidermia.
Nelle preparazioni in pelle da studio, l’animale è messo in posizione allungata e permette una successiva manipolazione per farne delle considerazioni scientifiche, come le misurazioni, l’analisi del piumaggio e la morfo-metria, nelle preparazioni in posizioni più plastiche, gli animali vengono naturalizzati e montati su delle basi, dedicati principalmente all’esposizione per la didattica.
Oltre alle preparazioni classiche, vengono catalogate parti ossee come i crani e gli sterni, inoltre per ogni reperto in collezione, vengono conservati anche tessuti muscolari [patrimonio genetico DNA], contenuti stomacali per studi sulla dieta.
Per le specie molto sensibili all’effetto dell’inquinamento ambientale, si conservano anche parti del fegato, per un eventuale analisi sulla presenza di contaminanti.
Alla fine del processo di preparazione, ogni reperto viene dotato di un apposto codice inventariale ed un cartellino, che riporta tutte le specifiche sull’animale, come la località e la data di ritrovamento.